I nostri soci Dulce e Walter hanno visitato la cooperativa dei produttori lo scorso Agosto e hanno prodotto questo video.

progetto bodega tatawelo agosto 2013 from walter vassallo y dulce chan on Vimeo.

Durante la riunione con il nuovo direttivo della cooperativa SSIT LEQUIL LUM è emerso che la raccolta del caffè dai vari appezzamenti dei quasi 500 soci, sparsi su un territorio montagnoso, impervio quanto vasto, come le successive fasi di lavorazione/essiccazione e lo stoccaggio dopo la selezione, è un processo laborioso che implica numerose difficoltà nell’organizzazione logistica della gestione del caffè, lasciando notti insonni e piene d’ansia per tutti i cafetaleros coinvolti (compresi eventuali parenti ed amici), per la preoccupazione di preservare integro il caffè e dei sempre possibili furti.

Abbiamo visitato la “Bodega”, che sarà il nuovo centro di immagazzinamento e di lavorazione del caffè per il mercato locale e i cui lavori di ristrutturazione e ampliamento stiamo sostenendo come Associazione Tatawelo. E’ stato ristrutturato il tetto che presentava alcune infiltrazioni e terminata l’installazione elettrica con la posa di un cavo di corrente di 3 km, prese e lampade a basso consumo di grande luminosità. La “Bodega”, strategicamente ubicata nel centro della zona produttrice di caffè, renderebbe molto più agevole tutto il processo, garantendo un maggior beneficio ai nostri produttori.

Delle solide pedane di legno, costruite dagli artigiani locali, attendono l’arrivo dei primi sacchi di caffè: affinché questo possa avvenire si deve procedere all’ampliamento della strada di accesso (poche centinaia di metri) con mezzi meccanici. L’operazione è in programma in questo periodo, ritardata dal maltempo, ma i preventivi di costo ci sono e quanto prima il lavoro verrà eseguito.

Attraverso Enlace Civil, l’organismo zapatista deputato a seguire progettualmente la “Bodega”, direttamente con la Giunta del Buon Governo e il nuovo Tavolo Direttivo abbiamo suggerito l’impianto all’interno del capannone di una “semplice” selezionatrice di caffè e di un “piccolo” laboratorio di torrefazione, proporzionato alla reale capacità produttiva della cooperativa, con macchinari direttamente costruiti da una officina artigianale locale (in grado di fornire anche l’assistenza e la formazione necessaria). Il tutto con l’obiettivo di portare avanti un progetto sostenibile, sia per una impostazione veramente utilitaristica alle reali necessità della cooperativa (evitando il rischio di “cattedrali nella selva”), che per il relativo contenimento dei costi di costruzione (in altri termini un ipotetico minor dilungamento dei tempi di realizzazione), come conseguentemente per una gestione concreta ed economica sostenibile ad attività avviata.

Crediamo inoltre che per Il contesto scolastico che circonda il luogo in cui è inserita la struttura della “Bodega” sia motivo di crescita non solo per i soci della cooperativa, ma per tutti gli alunni che potrebbero essere formati anche sulla lavorazione del caffè, proprio per la presenza di coltivazioni all’interno dei terreni adiacenti, già facenti parti di specifici corsi di agroecologia.

La cooperativa si ritrova da gestire in proprio una quantità significativa di caffè “desmanche”, cioè quella parte che viene scartata nella selezione del caffè che si invia in Europa. Attualmente solo un 30% della produzione di questo caffè di risulta viene immesso sul mercato locale attraverso la torrefazione in conto terzi, che si svolge a San Cristobal de Las Casas, luogo distante almeno 8 ore, comportando sottrazione di tempo alla coltivazione e minori guadagni per i soci. La valorizzazione del marchio di caffè torrefatto della cooperativa, grazie alle possibilità del mercato locale, è una priorità per il progetto che l’Associazione Tatawelo si è preposto. Trovarne la forma concreta, grazie alla “Bodega”, un cammino da percorrere con i nostri produttori.